Riprendere in mano la tastiera e raccontare, raccontare storie, raccontare storie di viaggio. Non c’è nulla di più bello di raccontare, con parole ed immagini, i viaggi, non importa quanto siano vicine o lontane le mete, ogni esperienza ha una storia, persone nuove che incontri e conosci, spicchi di mondo da ricordare.
Si comincia. Si comincia passeggiando fra le strade di San Costantino Albanese, un piccolo paesino dagli scorci romantici, uno di quelli persi nel tempo, in cui tutto è tranquillo, dove per strada ti offrono taralli appena sfornati, morbidi e caldi, e provare, assaggiare resta il miglior modo per rimanerne conquistati. Inutile dire, il primo souvenir è un pacco di taralli, acquistato in un piccolo forno. Le passeggiate procedono, le cose da raccontare sono tante, e pian piano il nostro viaggio prosegue, e si sa bene che una volta arrivati al sud, si mangia. Non c’è modo di dire di no. Non si ha voglia di dire di no. E dopo la pausa di caldi taralli, si pranza, pasta al pomodoro e mollica ed un bicchiere di Aglianico, ma ci manteniamo leggeri, perché presto si vola, sì, come delle Aquile.
Castelmezzano. Io ci provo a raccontarvelo, ma dovreste essere lì, vederlo con i vostri occhi. E’ un piccolo borgo, dal profumo romantico, sarà anche un po’ colpa mia che vedo romanticherie ovunque, ma ad ogni angolo di strada trovate fiori, profumati, ben curati e appena annaffiati. Il panorama è uno di quelli che toglie il fiato, sembra un presepe, un borgo arroccato, uno di quei luoghi che mi piacerebbe vedere in inverno spolverato di neve bianca, come zucchero. Ed un po’ come la contea, un po’ come gli hobbit, insegne di legno ai lati delle strade conducono a bar e locali, e io lì, fra stradine intricate, mi sono innamorata di un bar, due tavolini, qualche sedie ed una parete di piante rampicanti e fiori, io rimarrei lì, penna e quaderno, riprenderei a scrivere le mie storie fantasy di cui ho mancanza. Per fortuna, di tanto in tanto, racconto di luoghi, un po’ come fossero fiabe.
La cosa bella dei borghi fuori dal tempo è ‘avere tempo’. Ci sono ancora persone che si fermano a ‘fare’ le cose. La giornata è scandita dall’ora dal pranzo e dalla cena, gli impegni sono lenti, morbidi. Ci si concentra. Le persone, quando si ha tempo, si fermano a guardarsi negli occhi, si fermano a chiacchierare ad ogni pretesto, anche facendo la spesa, o tornando a casa, la giornata, si sa, è lunga. E’ qui, che ci sono lavori di amore, precisione e pazienza. Benvenuti al sud.
Magica. E’ la prima parola che mi verrebbe in mente se dovessi raccontarvi Matera, soprattutto vista di notte, con i suoi giochi di luce fra i sassi, le sue strade di pietra, le sue scalinate ed i suoi ponti. Di giorno si trasforma, con i suoi colori chiarissimi, e ricorda le città di epoche storiche lontane, proprio per questo, da diversi anni, è set di molti film anche internazionali. Su Getyourguide, dove trovate tour per tutte le città del mondo, potete dare uno sguardo alle 8 attività dedicate proprio a Matera.
Ma questo non è un viaggio tranquillo, come potrebbe sembrare, ha i suoi momenti pieni di adrenalina, allo stato puro. Partiamo lentamente con il “volo dell’Aquila” ci imbrachiamo e siamo pronti a partire, in 4. Ad ali spiegate si parte, si raggiungono gli 80km/h e la sensazione è di libertà, come volare. Ma non finisce qui, perchè dopo il volo dell’Aquila abbiamo voluto provare di più: il volo dell’Angelo. Abbiamo indossato i nostri occhialini, casco e GoPro e si parte, sdraiati, un lancio nel vuoto appesi ad un filo, un cavo d’acciaio di 1500m che collega i due silenziosi paesini di Castelmezzano e Pietrpertosa. E qui, si vola davvero, e si raggiungono anche i 120 km/h, una di quelle esperienze da fare almeno una volta nella vita, e io, la rifarei adesso.
Ricordatemi che da grande (grande) voglio vivere così. In un paesino fuori dal mondo, voglio avere una casa dalle pareti rosa, vissute, non quelle perfette, vorrei avere cascate di tende in pizzo che ondeggiano con il vento, ed un terrazzino con ricami di ferro, ed un piccolo personale giardino da coltivare lì, fra cielo e terra,, sospeso sul mondo. Vorrei gerani, rose, e garofani color ciliegia e rosa cipria e lenzuola appena stese che profumino di lavanda.
Un po’ così, fra portoncini di legno e fiori curati, scoprirete un magico borgo.
Probabilmente qui, a Pietrapertosa, hanno difficoltà a ricordare le cose e vogliono tenerle bene a mente. Se aveste perplessità e doveste consegnare la posta, questa casa ha il numero civico 32. E quindi Sessanto meno Trentasette fa Trentadue. Fra stradine in salita, porticine in legno e fiori sulle finestre, posso confermare di essermi innamorata dei borghi della Basilicata, anche dei più piccoli.
Così come al ritorno da un viaggio si chiude una valigia di souvenir e prelibatezze da assaggiare, ad ogni ritorno, si chiude un piccolo barattolino di esperienze, luminosi e svolazzanti come glitter. E’ così che mi piace immaginare i ricordi, luminosi, dorati, magici. E inutile dire che dopo questo agosto di tranquillità e riposo a casa, sono pronta a ripartire.