C’è un posto, in Asia, al sud della penisola malese, che a settembre mi ha conquistata, quel posto è Singapore. E’ una città-stato: Singapore è un Paese, o meglio, la Repubblica di Singapore è un Paese, e Singapore è la città di luci che mi ha affascinata, Singapore, dove si trova? Spesso è stata la domanda, la risposta è lì, in un arcipelago di 60 isole, Singapore è una città del mare. Il mio diario di viaggio inizia il 17 settembre: si vola. Partenza da Milano verso Singapore con Singapore Airlines, quasi 12 ore che ‘volano’ in fretta, film, riviste di moda e assaggi del cibo. Atterriamo a Singapore, una di quelle città di cui non sapevo proprio cosa aspettarmi prima di atterrare. Quando pensi all’Egitto pensi alle piramidi, pensi a Parigi e alla sua torre e come per pochi viaggi, ero curiosa di cosa aspettarmi da Singapore. E’ un cocktail. Il primo ricordo che ho, forse perché è qualcosa che amo, sono le luci: quelle dei grattacieli, quelle dei Gardens by the bay, gli immensi alberi, le luci del quartiere cinese, le lanterne accese, la magia della F1, l’evento per il quale sono stata a Singapore dal 17 al 21 di settembre. E’ il circuito più bello, un circuito cittadino di notte, le luci della città, il rombo dei motori delle auto e i fuochi d’artificio su Singapore, la Ferrari parte in Pole position e vince. E’ stato emozionante, per me, seguire la formula uno live, a Singapore in collegamento WhatsApp con il mio papà, grandissimo fan Ferrari. A volte, le piccole cose, restano sempre le più belle. Singapore è un mix: colori, odori, sapori, culture. Singapore ha un animo antico, ma poi è una città futuristica. C’è una cosa che non smetterò mai di fare: esplorare. Non aveva importanza, per me, se i giorni fossero troppo pochi, il caldo troppo appiccicoso o il fuso orario disorientante, una delle cose più belle di un viaggio è esplorare. Singapore, per me, è stata anche il regno di Avatar, immensi alberi di luce, di sera, un’atmosfera magica così come immagino l’albero delle anime, in un luogo sospeso nel tempo e nello spazio. Da aggiungere alla ‘to do list’ della vita, essere a Singapore al momento del tramonto, per lo spettacolo di luci danzanti e musica. Abbiamo vissuto China Town con i suoi odori intensi, le lanterne di notte ed il moon cake, il tipico dolce da assaggiare durante il festival: è un dolce con un particolare impasto di fiori di loto e uovo di anatra, sapori così diversi dai nostri. Poi c’è il, da scoprire, il mondo di Sentosa, il mondo ‘parco giochi’ di Singapore dove perdersi. A partire dalle spiagge bianche, pace, tranquillità e divertimento. E proprio qui, a Sentosa, c’è un’usanza: si appendono piccole campanelle e si annodano lì, fra sogni e desideri, io ho lasciato lì la mia. ‘L’essenziale è invisibile agli occhi’ e la mia campanella dorata è lì, annodata a Sentosa, un giorno tornerò a prenderla.
Pagine di un diario di viaggio ” I veri viaggiatori partono per partire e basta: cuori lievi, simili a palloncini che il caso muove eternamente, dicono sempre ‘andiamo’ e non sanno perchè. I loro desideri hanno la forma delle nuvole” cit. Baudelaire, sul mio piede, tempo fa, ho tatuato ‘buona suerte’ non so dove mi porteranno i miei passi, ma andiamo. Si viaggia a piedi scalzi, in punta di piedi.
Benvenuti nella città del Leone. (ps. presto arriva anche la mia mini guida alla città!)
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