Fashion Blogger Milano
Diario di una fashion week
Le mie mani profumano di iris al momento, la sera, il mio attimo preferito è quando ho il tempo per riordinare i pensieri sparsi di una giornata, di sedermi, di mettermi i miei calzini morbidi, avvolgermi nel plaid e spalmarmi di crema all’Iris, è una crema personalizzata, in cui ho potuto sceglierne le note olfattive ed ho scelto iris perché mi ricorda molte estati fa, le mie estati liceali a Telese (la mia piccola città di origine). Ma, questa, è un’altra storia. Della fashion week, vi racconterò a modo mio, come spesso accade per un’infinità di cose. Bisogna trovare una propria strada, lì dove forse non sono già passati tutti, nonostante intraprendere percorsi diversi sia sempre più difficile. La mia fashion week Milanese quest’anno ha un sapore diverso. Per tanti aspetti è uguale, la condivido con mia madre (fotografa di streetstyle) e ordiniamo cibo da asporto a casa ‘Stasera ti faccio provare cinese e sushi’ e questa volta l’ho anche fatta convincere che le piace, mentre la sera sfogliavamo foto da editare e ci raccontavamo commenti sulla giornata. Di diverso c’è che, a dispetto degli scorsi anni, mangiavamo sushi nella ‘mia cucina’ quella che per mesi ho scelto, con il piano in betulla, i tulipani sulla tavola e le stampe in bianco e nero, quello che di diverso c’è è che alla fine della fashion week non siamo entrambe tornate a casa, ma la mia casa, adesso, è Milano. Iniziano per me, diari di una fashion blogger a Milano (vi direi, in questo senso, anche abbastanza banali, e per questo non vi racconterò quello che vi aspettate).
Chiacchieratissima fashion week. Tutti vogliono esserci, tutti ne parlano, ognuno a modo proprio. E poi c’è tutta una questione di cui raccontarvi e parlare, vi parlo di look, di street style, di tutto quello che accade ‘nel backstage’ dello streetstyle, della moda attraverso i blogger, la moda attraverso la comunicazione tradizionale e tutto quello che in questi anni si sta trasformando. Quando decido di scrivere un post, la sera, non so mai bene che direzione prenderanno i miei testi in questo ritmico ticchettio di dita e tastiera, o meglio, so sempre cosa voglio dire, ma spesso le spiegazioni ed i racconti prendono strade inaspettate, ragion per cui io amo infinitamente il blog e la possibilità di averne uno. Andiamo con ordine.
Fashion Blogger Milano
Diario di una fashion week
- Diario di una fashion week milanese, la scelta del look
Quest’anno la mia personale scelta non è affatto casuale. Di anno in anno, l’estrosità (che spesso io amo) dei look è per il solo fine di essere fotografati. L’idea non mi piace. L’idea che per qualche scatto di street style si sia disposto a tutto, non mi piace. Io penso che ciò che di più bello si possa fare, sempre, è rispettare il proprio stile, e se c’è qualcosa che vi piace e non fa parte del vostro stile non importa, osate. La domanda che ricevo più spesso è: se sono fisicamente così cosa dovrei indossare? E la risposta a tutto questo sono una serie di regole asettiche, in base a forme e colori, e voi, quotidianamente stravolgetele. Fate ciò che amate indipendente da ciò che ci si aspetta da voi, è la mia certezza quotidiana, non ho mai fatto quello che ci si aspetta, ho sempre fatto ciò che mi avrebbe resa serena. Ecco. Probabilmente è complice la mia tesi sull’evoluzione della comunicazione della moda, tutto ciò che di significativo è nella moda è ciò che noi le attribuiamo e tutto sommato un po’ tutte l’amiamo e desideriamo questo mondo di lustrini fatto di abiti magici, in un certo senso. Ecco. Io in questa fashion week ho scelto tutto quello che avrei voluto scegliere, frase banale, ma molto vera. Ho scelto le scarpe comode e basse (che personalmente amo) anche con una gonna lunga, tacchi alti e jeans, accessori particolari ed un nuovo look: ci ho dato un taglio!
2. Diario di una fashion week milanese – le sfilate
‘Perchè ami il tuo lavoro?’ – ‘Perché qui – in questi 15 minuti magia – se ti concentri su quello che hai davanti agli occhi, dimentichi tutto il resto, che è più o meno quello che accade quando vedi la persona che ami’ cit. Roberta Constantino
E per me, l’idea della sfilata e della moda, è racchiuso in questa frase che mi sono portata con me in tutti i giorni di fashion week. Io me la ricordo ancora una delle prime sfilate alle quali ho assistito, circa 3 anni fa, ed era quella di Armani, e sfogliavo vecchie pagine di un diario online scritte su Huffington Post, quando tutto di questo mondo era ancora ‘nuovo ed inesplorato’
‘Era come stare in un grande, prezioso scrigno nero, una passerella illuminata, e modelle a passo sicuro hanno indossato la nuova collezione. Sulla parete nera appare una scritta “Kajal” il mood della sfilata, il legame che associa una collezione ad uno dei prodotti più utilizzati della donna è sottile, elegante.’ Huffington Post, 2013
Di questo mio ‘strano’ lavoro, ancora oggi, ne apprezzo la magia, ed i ricordi che di anno in anno custodisco, che siano di moda o di viaggi, sono esperienze uniche che nel tempo, ho costruito in un mondo virtuale fatto di caratteri neri su pagine bianche e foto. Di questa fashion week ricordo molte sfilate, ma soprattutto (oltre che della moda) ricordo momenti e frammenti, di come mi capita di vivere la fashion week. Ricordo la musica che con i suoi bassi romba nel petto, e sarà comodo e bello vedere le sfilate dal divano in streaming, ma ciò che si respira quando puoi vedere e sentire il fruscio di un abito su una passerella è tutta un’altra storia. Ricorderò l’atmosfera magica e da fiaba della giungla di Maurizio Pecoraro e le sue linee over, ma di tutte le tendenze che mi hanno conquistata vi racconterò tutto in un altro post.
3. Diario di una fashion week milanese – Blogger VS Giornaliste
Di questo, non si smetterà mai di parlare. Ma ogni fashion week, a quanto pare, è sempre la giusta occasione, per riprendere in mano la questione e parlarne. Io ne scrissi anni fa, sull’Huffington Post e rileggendomi, non è nulla di più di ciò che direi oggi.
‘Scrivere di moda è una passione. Credo non abbia bisogno di legittimazioni, il web è libero, aperto, democratico. Ovviamente considero la differenza che c’è fra l’informazione di moda, un articolo su un trend, ed un blog, un post chiacchierato che ha semplicemente la “pretesa” di trasmettere un’opinione. Il blog personale oggi, significa avere un piccolo personale orticello da coltivare. Ha bisogno di cura, attenzioni, passione, amore, impegno, fantasia. E’ un piccolo spazio virtuale a portata del mondo, raccoglie una vita, immagini, pensieri e riflessioni, non va sprecato. Un blog non va aperto con l’obiettivo di guadagnare, di diventare famosi o vivere una vita avventurosa, va aperto per passione, che sia per la fotografia o per la scrittura, va aperto con il cuore.’