Tel Aviv – Gerusalemme
Two cities one break: diario di viaggio
‘Qual è il vero significato della parola viaggiare? Cambiare località? Assolutamente no! Viaggiare è cambiare opinioni e pregiudizi.’ cit. Anatole France
Non c’è frase più adatta che potrebbe iniziare questo racconto di viaggio, rivolto a tutti quelli di voi ‘preoccupati’ in questo periodo storico per ogni partenza, per ogni viaggio, per ogni andata oppure ritorno. Ne è passato di tempo da questo viaggio, esattamente tre mesi, ed oggi ho voglia di raccontarvi, a pochi giorni da Natale di quei luoghi, dove per chi è religioso, qualcosa di grande ed unico ha avuto inizio, e per chi non è religioso è uno di quei luoghi che vale la pena di visitare, almeno una volta nella vita.
Me la ricordo ancora, quella partenza, ‘particolare’, perchè per la prima volta abbiamo volato con El Al, una delle compagnie più sicure al mondo, non vi nascondo che i loro modi, per un attimo mi hanno messo ansia, un’infinità di controlli e domande al check – in, ma dopo quel momento, stai volando verso Israele e non c’è più nessun tipo di preoccupazione, tutti i dubbi prima della partenza (a causa di questo periodo storico che viviamo) non esistono. Ecco, il viaggio serve proprio a questo, cambiare opinione e pregiudizi.
Mi ricordo l’arrivo in Israele a settembre, la sua temperatura mite, e la nostra prima cena da Yulia, un semplice e piccolo ristorante a Tel Aviv con vista sul mare, la nostra guida ci ha raccontato pagine di storia vissute con i suoi occhi, ci parla di quegli accadimenti di cui tutti crediamo di sapere, storie di arabi ed ebrei, della Siria, della Striscia di Gaza, di guerre, di Egitto, Giordania e Cisgiordania, e tutt’intorno c’è ancora l’estate israeliana, siamo nella Miami del Medio Oriente, i bambini sono in skatebord, mentre al nostro tavolo è arrivata una focaccia appena sfornata e birra artigianale. E io sono tranquilla, in un luogo in cui tutti mi hanno chiesto ‘Ma non hai paura di partire?’ sono in un localino, vista mare, fra sedie e tavolini bianchi, fra ombrelloni e lucine che rendono tutto magico. Il mondo va vissuto, osservato con i nostri occhi. Ecco, il viaggio serve a questo, cambiare opinioni e pregiudizi.
Jaffa. A 2 km da Tel Aviv è una delle nostre prime tappe, ed è in questo momento che mi sono innamorata di Tel Aviv inaspettatamente e dei suoi dintorni. In pochi minuti di autobus raggiungiamo Jaffa, le sue stradine color miele, i fiori, la parte antica della città, la vista su Tel Aviv e sul mare, un pausa sorseggiando succo di Melograno. Qui, in queste stesse strade, camminava San Pietro, perchè questa è la sua città di origine, un piccolo borgo di vicoli che hanno il nome dei segni zodiacali, dove l’aria profuma di pane appena sfornato e ci sono tantissimi gatti. Al ritorno abbiamo deciso pr una passeggiata a piedi fino a Tel Aviv, due chilometri di sole bollente ed altri tre chilometri per raggiungere l’hotel, ma ne è valsa la pena. Quando viaggi, il segreto è esplorare e perdersi, ed è andata così, abbiamo costeggiato a piedi tutta la spiaggia di Tel Aviv, abbiamo passeggiato fra biciclette, skateboard e pattini che ci sfrecciavano intorno e abbiamo respirato l’energia pura della città. Ricordo ancora che la spiaggia era affollata, ogni tratto aveva una caratteristica: palestre all’aperto, campi di beach volley, un angolo particolarmente dog friendly, una parte di spiaggia in cui tutti giocavano con i racchettoni ed era intenso il rumore ritmato della pallina contro le racchette, quasi contemporaneamente. E poi, una di quelle cose che dovete assolutamente fare per entrare nello spirito di Tel Aviv, noleggiare una bicicletta lungo la strada, è semplice, pagherete pochi euro per ogni mezz’ora di tragitto e i punti per prendere e lasciare poi le biciclette sono davvero ovunque e così avrete la sensazione di vivere Tel Aviv come un vero local (anche se tutti hanno biciclette elettriche e vi sentirete delle lumache sotto il sole!) Ecco, questo è tutto quello che c’è dall’altra parte della paura, un mondo che va scoperto con i nostri occhi. Io ricorderò le strade di Jaffa, quando avevo il naso scottato dal sole, dove i gatti si lasciano avvicinare ed accarezzare, quando sconosciuti si fermano per chiederti ‘Da dove vieni?’ ti stringono la mano e ti dicono ‘Enjoy’. Ecco, perché io, nella mia vita, non potrei rinunciare a tutte queste esperienze, all’aria umida che si appiccica alla pelle e ad un mondo di sorprese.
Nightlife. E’ particolare come durante il viaggio le aspettative, le idee, possano cambiare e modificarsi. Perchè prima di ogni partenza, prima di ogni esperienza non sapremo mai davvero cosa ci troveremo davanti, le cose si possono guardare e raccontare solo guardando indietro, unendo i puntini. Mi piace pensare che ogni luogo abbia mille facce, ognuno di noi, sta vivendo una storia e non vedrà allo stesso modo un luogo, avrà una sensazione diversa, sentirà odori diversi e proprio per questo ognuno di noi dovrebbe mollare gli ormeggi e abbandonare il proprio porto sicuro. Per me i viaggi sono questo e poi un cocktail di ricordi da assaporare, a poco alla volta. L’arrivo in Israele lo ricorderò così, con la sua intensa nightlife. Siamo arrivati di venerdì sera e 18 minuti prima del tramonto inizia il sabato ebraico e prende il nome di shabbat, e nel momento in cui in cielo saranno visibili tre stelle, sarà giorno di festa. Noi trascorriamo le nostre notti a Tel Aviv allo Yam hotel ed è un attimo che ti senti in estate, le lenzuola fresche, la tavola da Surf come lampada, racchettoni e palline sul comodino. La nostra esplorazione inizia di sera, in una città che non dorme, dopo la nostra cena vista mare usciamo a scoprire la nightlife di Tel Aviv ed i suoi locali. I grattacieli brillano, che sia di giorno illuminati dal sole o di notte, risplendono di luci.
Fra i miei locali preferiti Nanuchka
Per lasciarvi immaginare Tel Aviv: 30 gradi e la vita in spiaggia anche a Dicembre, sabbia chiarissima e farinosa, morbida, di come non ne ricordo in nessun altro luogo. 14 Km di spiaggia, il vero cuore della città, dove si respira energia, palme, cielo azzurro, skyline che si staglia all’orizzonte, spremute d’arance e di melograno, musica, spezie, odore intensi. Se non avete ancora programmi per i prossimi mesi è una meta super consigliata.
Ahava in ebraico significa amore ed è una delle parole più importanti. In ogni viaggio, in ogni luogo, in ogni persona cercherò sempre quella scintilla, una delle cose che mi piace pensare è che l’essenziale, tutto ciò che davvero conta, è invisibile agli occhi. In ebraico, la chiave è Ahava, amore, ed è tutto ciò che vorrei portare indietro con me da ogni viaggio, insieme ai profumi, alle sensazioni, gli odori, le persone. E poi è così che accade che in ogni parte del mondo, una parte di cuore resti lì, e per quanto banale possa sembrare è ciò che accade in ogni viaggio, quando davvero decidete di assaggiare con i vostri occhi una cultura diversa. Da Tel Aviv, oltre a portare a casa tante spezie, come faccio da ogni parte del mondo, ho portato delle piastrelle dipinte a mano, non hanno ancora un loro posto a casa, ma ovunque saranno porteranno Ahava. Perché l’amore è nelle cose piccole e semplici.
Gerusalemme. Più di ogni altra città al mondo, la vedrete secondo i vostri occhi. Di alcuni luoghi vorrei raccontarvi poco, come quando prima di vedere un film non vorreste leggerne la trama, ne sareste influenzati, o come subito dopo aver letto un libro non vorreste vederne il film, la vostra immaginazione, il vostro cuore, hanno creato immagini che è difficile che qualcuno possa mettere nel modo e nel posto giusto. Gerusalemme è una città così, dovreste guardarla senza aspettative perché tutti sappiamo di Gerusalemme, in pochi, forse, sapremmo davvero cosa aspettarci. Io, secondo la mia esperienza, posso dirvi che ha un’anima antica, quella in cui, secondo me, percepite energia, ad ogni piccolo passo ed istante. Gerusalemme è ricca di quartieri, uno diverso dall’altro, le sue strade sono color sabbia e ad ogni angolo troverete fiori. Ma Gerusalemme non è solo la città Santa che ci si aspetta, è una città giovane, che ha un cuore pulsante, dove la sera il mercato si trasforma in un intreccio di strade dove ci si incontra, si ride e si brinda. Ma allo stesso tempo Gerusalemme è un luogo di pellegrinaggio, e può succedere che sei lì, al tramonto, ad osservare la cupola dorata ed un gruppo di giovani intona canzoni in una lingua sconosciuta, suonando la chitarra e pregando e io ricordo ancora la pelle d’oca, in quel momento.
Alcuni indirizzi per una serata a Gerusalemme
Ha Eshkol Street (e dintorni) – A.M Luntz Street (e dintorni) – Jaffa Street – Havilio Square