Abisko, Svezia
Le attività da fare ad Abisko, l’hotel da scegliere, e l’aurora boreale
Ogni viaggio ha una storia da raccontare. Abisko, nord della Svezia, 85 abitanti, silenzio, neve e la ricerca dell’aurora boreale, questa storia inizia più o meno così. Il mio primo volo 2017 è stato proprio quello che mi ha portato in Svezia, per la precisione il 17 gennaio, ad esattamente una settimana dalla mia seduta di laurea. E’ iniziato insieme ad una compagna di viaggio che non ha esitato a dire di sì ad una partenza improvvisata, Jenny (fotografa ufficiale di questo viaggio) è partita insieme a me alla scoperta dell’innevato nord. ‘E’ attraverso le scelte giuste di oggi che costruiamo il nostro domani’ è così che ha inizio il nostro viaggio, all’aeroporto di Fiumicino, davanti ad un ginseng, e questo testo pubblicitario. Di viaggio in viaggio, di esperienza in esperienza, ho imparato a leggere e sorridere per i segnali che ritrovo intorno a me.
In volo. Roma-Stoccolma e poi ore ed ore di treno, da Stoccolma alla nostra destinazione finale: Abisko. Il nostro arrivo è surreale, un treno ci lascia nella neve, in un immenso nulla bianco e silenzioso, c’è solo il rumore croccante dei nostri passi sulla neve. Inizia a fioccare. Per me non importa quanto freddo possa fare, la neve è magia. Odore di neve. Per me il nord ha uno strano fascino, è uno di quei luoghi in cui mi sento a casa, senza saperne il perché.
L’obiettivo del mio viaggio in Svezia era semplice: vedere l’Aurora Boreale in quello che è definito il tempio delle aurore boreali, Abisko. Prima della partenza avevo letto ovunque che su 5 notti ci sono il 97% di possibilità di vedere l’aurora boreale, non vederla è quasi impossibile. Eppure, come spesso accade, ci sono delle cose che sono destinate a noi, ed altre per le quali dobbiamo aspettare il giusto tempo, e così è stato. Abisko ci ha regalato solo una leggera scia verde, la prima notte, per poi deluderci (e affascinarci) con giorni di bufere e tempeste di neve. Ricordo le nostre uscite, un’infinità di strati di vestiti, la mia app sintonizzata sulla situazione meteorologica che ci avvisava sulla probabilità di vedere un’aurora e noi, immerse nella neve fino alle ginocchia, con le mani, naso e guance ghiacciate, in attesa, nel buio e di luccichii nel cielo.
La nostra base ad Abisko è stata Abisko Guesthouse, un posto semplice, un piccolo appartamento, camera da letto, bagno, cucina, e delle vetrate che affacciavano sulle tempeste di neve che hanno imperversato durante tutti i nostri giorni in Svezia. Quindici centimetri di neve sul davanzale ed un vento che ululava mentre noi abbiamo trascorso ore sorseggiando infusi caldi al limone (senza zucchero) prima di uscire. Senza zucchero perché ad Abisko anche le cose semplici e banali potevano diventare complesse, come passeggiare 7 minuti a piedi per raggiungere l’unico supermercato ed essere completamente coperti di neve, ciglia comprese.