Second Hand Effect

#SecondHandEffect. Vi ricordate le mie domande lasciate ‘in sospeso’ sui social? Qui e qui della serie, voi sapete quanta Co2 serve per produrre 847 milioni di t-shirt e 182, 8 milioni di paia di jeans, oppure lo sapete quanta Co2 serve per produrre 560,5 milioni di sneakers? Ce le siamo mai poste queste domande? Forse, qualche volta, o forse no. Vi racconto Subito.it ma soprattutto vi racconto il suo ‘Second Hand Effect’. Ogni anno, migliaia di beni, per ragioni e filosofie diverse, trovano una nuova casa. L’idea che gli oggetti possano avere una nuova vita ed una nuova storia mi ha sempre affascinata. Grazie alla compravendita di oggetti usati sono stati risparmiati potenzialmente nel 2016 6,1 milioni di tonnellate di Co2, in considerazione del fatto che se un oggetto viene acquistato usato non dovrà essere prodotto ex-novo, pensiamo quindi al risparmio di Co2 equivalente al traffico di Roma per 18 mesi, un anno e mezzo di auto su e giù per la città, a Roma ci ho vissuto per qualche anno e questa immagine è davvero forte. Della serie, mille fili d’erba fanno un prato e proprio così grazie alle nostre vendite ed acquisti online, a volte per scherzo, a volte alla ricerca di un affare abbiamo in realtà fatto un vero e proprio gesto d’amore verso il nostro futuro. Questa è una circular economy, normalmente l’economia prevede dei passaggi standard come produzione, acquisto, rifiuto, ma che diventa circolare grazie al riciclo e quindi, ad una nuova vita che riduce i consumi e che ha un forte impatto sul nostro pianeta. Ed ora vi chiedo, voi siete fra gli utenti attenti al pianeta che decidono di rivendere e riciclare tutto ciò che avrebbero invece buttato? Gli utenti di Subito che però contribuiscono a donare amore verso il pianeta sono diversi, non tutti lo fanno pensando al futuro, ma a volte semplicemente sono alla ricerca dell’affare oppure esprimono la propria personalità con capi vintage che non sono più acquistabili in negozio. Subito racconta alcuni utenti, in chi di loro vi rispecchiate?

C’è Flavia e la sua leggerezza del superfluo, 29 anni, impiegata, cambia casa ed è alla ricerca della soluzione più economica per arredare la sua casa senza però rinunciare ai dettagli.

C’è Luca, che rappresenta l’economia 2.0, 23 anni, alla ricerca dell’affare, acquista solo in casi specifici, ma vende tanto.

Ci sono Marta e Pietro, gli ideologici, 34 e 31 anni, un ruolo attivo all’interno di un’economia sostenibile, alla ricerca di piccoli tesori che solo nell’usato (in questo caso online) possono essere ritrovati.

C’è Marco, che rappresenta la concretezza, 35 anni moglie e figli, e l’esigenza di far durare tanto gli oggetti, nessuno spreco e soprattutto, di tanto in tanto, qualche sfizio a basso costo.

C’è Lisa, infine, la smart chic, 43 anni e con una forte personalità alla ricerca di accessori e capi da abbigliamento particolari che possano evidenziare il suo stile non convenzionale.

Ognuno di noi, probabilmente appartiene ad una di queste categorie, o ha una categoria tutta sua per la quale, in ogni caso, contribuisce ad un gesto di amore verso il nostro pianeta, in modo consapevole o inconsapevole. Io amo vendere online, ma soprattutto amo ricercare ed acquistare. Nessuna di queste categorie mi rispecchia pienamente, probabilmente mi sarei aggiunta in una nuova categoria Sabrina, 27 anni, la romantica. Sì, perché per me, acquistare second hand è soprattutto un gesto romantico, mi piace vedere le storie negli oggetti che acquisto, mi piace che vengano da un altro luogo, spesso lontano e mi piace pensare che ritrovino un’altra interpretazione nelle mie mani.

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